Fotodonnagrafia

Fotodonnagrafia

Museo Civico della Città e del Territorio,

Vetralla (VT)

8 marzo – 7 aprile 2012

 

Schermata 2014-11-14 alle 14.53.46

Taijitu opera allestita 72

TAIJITU

Napoli 2011

Stampa ai sali d’argento + negativi in light box, 40×80 cm.

Opera unica

L’opera da me realizzata è composta da tre fotografie in bianco e nero stampate ai sali d’argento e dai relativi tre negativi retroilluminati; il tutto montato in un unica cornice verticale.  L’opera sarà applicata su una parete ricoperta da provini di stampa da me realizzati in camera oscura durante tutta la mia carriera artistica. Questa istallazione fotografica ricerca il rapporto tra la follia e creatività ovvero tra genio e sregolatezza all’interno della mostra “Il sonno della ragione genera mostri”. Il sonno per me, più precisamente il dormiveglia, rappresenta il momento della creazione artistica: è il momento in cui, subito prima di perdere coscienza, vedo le mie fotografie. Lo definirei quello stato in cui la parte istintuale prende il sopravvento su quella razionale, questa del resto è la definizione di follia in psicoanalisi. Le fotografie dunque sono autoritratti nel sonno, ovvero ritratti della mia creazione artistica e in quanto tali appaiono come ecografie. Ecco dunque l’ecografia di una creazione la visione positiva in negativo e negativa in positivo della mia follia. Il titolo della mia opera è Taijitu che nella filosofia taoista tradizionale cinese rappresenta il concetto di Yin e Yang e l’unione dei due principi in opposizione. Le due polarità di segno diverso, che rappresentano i principi fondamentali dell’universo ( Yang è il principio positivo e Yin è il principio negativo), interagendo danno origine alla suprema polarità ovvero il Taijitu che rende possibile la creazione. Ed ecco la follia contenre al suo interno un dualismo ontologico, idealmente positiva e realmente negativa essa contiene i due opposti che danno origine alla suprema polarita che risuona nel vuoto. Il Taoismo attribuisce al vuoto una creatività immensa e incessante, in quanto esso dà origine a tutte le forme e considerando l’etimologia della parola follia: dal latino follis che significa vuoto, mantice e stava ad indicare qualcuno dalla testa vuota, ritroviamo il dualismo insito nella follia e come dice Ronald Laing:  “La follia non è necessariamente un crollo; essa può essere anche una apertura”.

Taijitu opera dettaglio

Taijitu opera 72